Venerdì sera sono andato a una festicciola a casa di una collega di lavoro. Eravamo una trentina e passa, tutti quadri di medio livello, tra i venticinque e i quarant’anni. A un certo punto una scema ha cominciato a spogliarsi. Si è sfilata la maglietta, poi il reggiseno, poi la gonna – il tutto facendo delle smorfie incredibili. E’ rimasta così qualche secondo, ad ancheggiare in mutandine; poi, non sapendo più che fare, si è rivestita. Peraltro è una che non la dà a nessuno; il che sottolinea l’assurdità del suo contegno.
Dopo il quarto bicchiere di vodka ho cominciato a sentirmi malissimo e sono andato a sdraiarmi su un mucchio di cuscini dietro il divano. Poco dopo, due tizie sono venute a sedersi proprio sul divano. Faccio presente che si tratta di due tizie tutt’altro che belle, anzi, due racchie totali. Vanno sempre a mensa in coppia e leggono libri sullo sviluppo del linguaggio nei bambini, non so se capite il genere.
Appena sedute hanno cominciato a commentare l’evento del giorno, cioè che una delle impiegate era venuta in ufficio con una minigonna assurdamente mini, raso-chiappe.
Come la vedevano, questa faccenda della minigonna assurdamente mini? La vedevano bene. Le loro sagome assurdamente ingrandite si stagliavano come ombre cinesi sulla parete sopra di me Le loro voci mi parevano piovere dall’alto, a mo’ di Spirito Santo. Il fatto è che stavo da cani.
Per un quarto d’ora hanno continuato ad infilare una banalità dietro l’altra. Tipo che quella tizia aveva tutto il diritto di vestirsi come le girava, e che mettersi una mini assurdamente mini non aveva niente a che fare col desiderio di sedurre i maschi, e che era solo per avere un buon rapporto col proprio corpo, per piacere a se stessa, e via di seguito. Tardive e deprimenti scorie del femminismo infranto. A un certo punto ho sentito questa stessa frase pronunciata stentoreamente dlla mia voce: "Tardive e deprimenti scorie del femminismo infranto." Ma loro non mi hanno sentito.
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